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Gli obiettivi del Consiglio Direttivo AC Bologna


L’Automobile Club di Bologna vanta ormai una storia ultracentenaria, essendo stato fondato l’8 maggio 1906, ed ha sempre avuto un ruolo importante sia nella realtà locale che a livello nazionale.

Obiettivo primario dell’attuale Consiglio Direttivo, eletto nel luglio dell’anno scorso, è stato, e rimane, la riaffermazione della presenza e del ruolo del nostro Ente nel contesto civile e sociale dell’Area metropolitana bolognese, con un proficuo rapporto, anche dialettico, con le Istituzioni locali. Va in questa direzione la continuazione, con maggior impulso, delle iniziative destinate all’educazione stradale nelle scuole: come i progetti “Stai sobrio” e “Kart in piazza”; mentre nuove iniziative sono state poste in cantiere e potranno essere realizzate non appena si saranno verificate le necessarie condizioni operative.


Altro nostro obiettivo importante è il rilancio dell’attività sportiva, nella quale il nostro Automobile Club ha svolto per moltissimi anni un ruolo di primo piano a livello mondiale; ci rammarichiamo, anzi, che scelte politiche nazionali (e locali), sulle quali non abbiamo potuto intervenire, ci abbiano impedito di riportare ad Imola (in alternativa con Monza) il Gran Premio d’Italia di Formula 1, pur in presenza della disponibilità espressa dalla Formula One World Championship (all’epoca ancora rappresentata da Bernie Ecclestone).

Naturalmente, non avendo più la gestione dell’Autodromo di Imola (nonostante debba a noi la sua realizzazione e la sua fama internazionale), la nostra attività si svolge oggi nel settore dell’Automobilismo storico, con l’organizzazione di varie manifestazioni - in primis la storica “Targa di Bologna” - anche in adesione e sostegno alla politica nazionale proficuamente svolta, sotto la presidenza di Angelo Sticchi Damiani, dall’Automobile Club d’Italia nel suo ruolo di Federazione sportiva nazionale dello Sport automobilistico.


Ci piace anche evidenziare che in questo mandato il nostro Automobile Club ha riacquisito un ruolo di rilievo nello stesso Ente federativo nazionale, mediante la presenza sia nel Consiglio Generale che nel Comitato Esecutivo dell’ACI (dal quale eravamo assenti da oltre venti anni).

Tanto più per questa maggiore responsabilità non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere le crescenti difficoltà che gravano sul complessivo sistema ACI-AC Provinciali, in conseguenza della legge delega (legge n. 124) approvata dal Parlamento nel luglio 2015 in ordine al Pubblico Registro Automobilistico, gestito dall’ACI sino dalla sua istituzione e dalla cui gestione l’ACI riceve (oltre alla sua qualifica di ente pubblico) le risorse necessarie al funzionamento delle sua struttura ed all’esercizio delle sue attività. Dalla definitiva formulazione del relativo decreto delegato, adottato dal Governo a fine febbraio - il cui testo è attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari - sarà fortemente condizionato il futuro dell’Ente; ma dobbiamo comunque essere coscienti che se anche il testo definitivo del decreto potrà recepire alcune delle nostre richieste, e rispondere quindi maggiormente alle nostre aspettative, non possiamo sottrarci ad una doverosa autonoma, ed urgente, capacità di ripensamento e riforma di sistema, che punti maggiormente sullo sviluppo delle nostre attività istituzionali: cioè sul nostro essere ed agire come “club” - come avviene in tutti gli altri Paesi europei - piuttosto che sulle funzioni pubbliche delegateci dallo Stato.

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