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Canavese, dolci lusinghe


Un viaggio affascinante da compiere nel tardo autunno, alla scoperta di uno spicchio di Piemonte semplice e poetico, ricco di tesori storici e artistici, sapori veri e leccornie dell’arte dolciaria che hanno radici antiche.



Il fascino del Canavese, terra che ondeggia a nord-ovest di Torino, contornata dalle "dentate scintillanti vette" (Carducci) delle Alpi e dal regolare profilo della Serra d’Ivrea, risiede probabilmente nell’aver conservato ritmi di vita umani. Il paesaggio movimentato da dolci colline coperte di boschi e vigneti e da romantici laghi, è punteggiato da castelli, testimoni dei fasti del passato e da borghi che celano gioielli romanici e barocchi. Un tour nel Canavese, terra di Giuseppe Giacosa e Massimo d’Azeglio offre una gustosa opportunità di coniugare turismo e gastronomia.


La prima tappa, partendo da Torino, è Chivasso che si raggiunge percorrendo la strada provinciale 11 che sfiora il corso del Po. Chivasso, patria della Lancia fino al 1994, conserva un genuino aspetto ottocentesco e una sanguigna atmosfera piemontese. Nel centro storico animato da portici medioevali, i monumenti più importanti sono il Duomo di Santa Maria Assunta (del 1400) che presenta una bella facciata con motivi e sculture in cotto piemontese e la Torre ottagonale che ricorda la presenza di un castello. Ma le vere curiosità a Chivasso sono i dolci e la pasticceria Bonfante è un vero santuario. Varcata la soglia di questa bomboniera liberty, gonfia di delizie, si gustano i “Nocciolini”, dolcetti a base di nocciole, zucchero e albume: una vera squisitezza se accompagnati con un “bicerin” allo zabajone. I “Nocciolini” sono il simbolo della città di Chivasso e Luigi Bonfante contribuì a farli conoscere in tutta Italia, racchiusi nel celebre pacchetto rosa.


Lasciata Chivasso, la statale 26, dritta come un fuso taglia la campagna coltivata in direzione di Ivrea. Caluso, la prossima sosta, é un paesone a vocazione agricola ed è rinomato per i suoi vini doc. Tra questi si distinguono l’Erbaluce (il nome del vitigno deriva dall’espressione latina “alba lux”), un bianco dal sapore secco e fresco; l’Erbaluce Passito, dolce e vellutato e il Canavese Rosso, secco e armonico. Si consiglia di visitare l’Enoteca Regionale di Caluso (piazza Valperga, 2) dove, oltre alla degustazione dei vini, è possibile fare spuntini a base di salumi e formaggi del territorio o gustare, su richiesta, piatti tipici della cucina di un tempo, come la “Tofeja”, stufato di fagioli e cotenna cotti nella pentola di terracotta. La tofeja può essere assaporata anche al ristorante Erbaluce di Caluso.

Da Caluso con una breve deviazione si arriva al lago di Candia, uno dei tanti specchi d’acqua che testimoniano la presenza di un immenso ghiacciaio che 20.000 anni fa ricopriva l’anfiteatro d’Ivrea. In questo periodo, il piccolo lago di Candia, circondato da dolci colline e con una quinta di monti alle spalle, è avvolto da una magica atmosfera.


Proseguendo questo viaggio on the road, passando per San Giorgio Canavese si raggiunge Aglié cittadina appoggiata sui primi corrugamenti collinari con le montagne che incalzano all’orizzonte. Aglié è nota per la presenza di un imponente ed elegante castello che evoca le trame degli sceneggiati tv, “La freccia nera” e “Elisa di Rivambrosa”. Il castello edificato nel XII secolo, fu trasformato nel 1700 in una delle più belle residenze sabaude dall’architetto Amedeo Castellamonte (quello che progettò la reggia di Venaria). Gli interni, visitabili con guida, sono sontuosi con ricchi arredi e pregevoli opere d’arte. Il castello si presenta come una piccola Venaria, circondato da grandiosi giardini. Altri motivi d’interesse per una sosta ad Aglié sono le antiche chiese e i palazzi barocchi in cotto piemontese che impreziosiscono il centro storico e i “torcetti”, dolci delizie ricavate da un’antica e segreta ricetta. Sosta d’obbligo per gustarle e acquistarle, è l’antica panetteria-pasticceria Alfonsi, alla quale, la principessa Bona di Baviera di Savoia Genova, proprio in virtù della bontà dei torcetti prodotti, concesse il privilegio di esporre lo stemma principesco.


Una manciata di chilometri (per la sp41- Strada Reale) separa Aglié da Bairo. Questo paese, incorniciato dai primi rilievi alpini e sormontato dalla massiccia Torre Rossa (XIV secolo), è conosciuto per il Dom Bairo “l’Uvamaro”, il famoso elisir a base di vino nato qui qualche secolo fa, ma non più in produzione. Per raggiungere Masino, ultima tappa di questo tour, l’itinerario s’immerge nell’armonioso paesaggio del Canavese con paesini sparsi qua e là, impreziositi dalle tracce di un passato che merita di essere scoperto e conosciuto. Come Torre Canavese addossata alle pendici di una collina morenica e con le facciate delle case abbellite da opere dell’arte russa; oppure come Romano Canavese con il centro storico tra i meglio conservati del Canavese. Dopo aver attraversato la Dora Baltea nei pressi di Strambino, la Sp56 arranca lungo i fianchi boscosi delle colline fino a Caravino, dove si lascia la strada che porta al lago di Viverone per e imboccare quella (Sp80) che sale a Masino.

L’attrazione principale di questa solitaria località è l’elegante castello risalente al 1070 e appartenuto ai conti Valperga, la potente famiglia discendente dal leggendario Re Arduino (del quale sono conservate le spoglie nella Cappella di San Carlo Borromeo). La strada che porta al castello, alto su un colle, fu costruita per permettere la salita delle carrozze, di cui si ammirano degli splendidi esemplari all’interno del museo ricavato nelle scuderie settecentesche. Il castello di proprietà del FAI incanta i visitatori con interni monumentali e sfarzosi: tra questi spiccano il Salone dei Gobelins, la Sala del Biliardo, la Sala da Ballo, la Galleria dei Poeti e la Biblioteca.

Dalla balconata e dalle terrazze del castello si ammira un panorama emozionante sul territorio del Canavese chiuso da una corona di montagne e dalla barriera morenica della Sella d’Ivrea, emergenza geologica tra le più grandi in Europa e unica nel suo genere. Infine, prima del rientro a casa (per l’A4 per Torino o A26 Santhià Alessandria) non può mancare una sosta per deliziare il palato, come facevano i Savoia, gustando una fumante cioccolata accompagnata dai “bagnati” (pasticceria secca) e da un calice di passito Erbaluce di Caluso.


SUGGERIMENTI DI VIAGGIO

Turismo Torino e Provincia: www.turismotorino.org

Castello di Agliè: http://www.comune.torino.it/musei/elenco/aglie.shtml – tel. 0124429610 -

Chivasso: Palazzo del Lavoro "L. Einaudi" - Lungo Piazza d'Armi, tel. 0119103591

Castello di Masino, Caravino , tel 0125 778100 - http://www.visitfai.it/castellodimasino/?lang=ita Enoteca Regionale di Caluso: Piazza Valperga, 2 – tel 011 9831041


Per chi viaggia in camper: https://www.campercontact.com/it/italia.aspx?fromsso=1 (aree sosta divise per regione e località)


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