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LE DISTRAZIONI ALLA GUIDA

Chi guida un veicolo è responsabile di eventuali danni causati a se, ai passeggeri e agli altri utenti della strada. Gestisce il mezzo meccanico con vista, mente, mani e piedi azionando con movimenti volontari volante, acceleratore, frizione, marce, freno e quant’altro per adattarlo al percorso che sta compiendo. Sa, o dovrebbe sapere, che il mezzo meccanico percorre alla velocità di 55Km/ora 15m/sec e richiede spazio e tempo per fermarsi. E ’quindi chiaro che il driver deve mantenere mente lucida e capacità di movimento per dominare anche in emergenza il mezzo che conduce. “La distrazione” è una delle condizioni che possono interferire nel contesto della guida.



Il termine “distrazione”, dal latino distractio-onis, assume diversi significati essendo utilizzato nel linguaggio medico, amministrativo, scolastico con diversi significati. La distrazione è definita (Treccani) come “uno stato del pensiero rivolto altrove e assente dalla realtà attuale e circostante”; nel nostro caso si intende che il pilota mentre conduce per strada un mezzo meccanico in movimento (camion, auto, moto, bici) distoglie la sua mente dalla guida per rivolgerla altrove per un tempo più o meno breve. Diverse e di diversa gravità sono le conseguenze che possono derivare se nel tempo in cui il pilota è distratto causa un incidente stradale; sarà facilmente imputabile per lesioni procurate, fino all’arresto, se poi si allontana senza soccorrere.


Per prevenire incidenti collegabili alla distrazione è importante che chi guida e chi comunque si trova sulle strade sia informato su quanto può accadere. E per migliorare la sicurezza di tutti si chiariscono alcuni concetti importanti:

  1. Nelle nostre strade circolano oggi grossi Camion, Bus, Mezzi pubblici, Auto, Moto, Bici, Carrozzine e Pedoni di diverse età e condizioni fisiche che si trovano non raramente a contatto più o meno stretto fra loro. La distrazione (nel senso di negligenza) riguarda la cattiva gestione dei mezzi, il mancato uso delle cinture e dei seggiolini per bambini, i bambini liberi di muoversi, e la manutenzione delle strade e delle segnalazioni da parte delle Istituzioni.

  2. La distrazione durante la guida può essere momentanea o protrarsi solo per pochi secondi, ma anche ripetuta. Può essere l’occhiata a un segnale stradale, a una funzione del mezzo, allo smartphone od al navigatore. Il “colpo d’occhio”, però, crea una condizione di pericolo quando non vengono rispettate le distanze di sicurezza o il traffico è intenso, come succede in città. E’ necessario tenere a mente che in un solo secondo, a 55Km/h si percorrono 15 m e a 110Km/h, 30m.

  1. Cause di distrazione esterne: la curiosità per avvenimenti esterni facilmente distrae chi guida. I rallentamenti nella corsia opposta al proprio senso di marcia, guardare o salutare gente, riconoscere un personaggio noto, osservare il paesaggio.

  2. Cause di distrazione interne al veicolo: un automatismo quasi innocuo è l’accensione della sigaretta da parte del pilota (purchè trovi subito sigaretta e accendino), il navigatore che richiede frequenti, anche se, momentanee occhiate allo schermo. L’uso dello smartphone, ora anche vietato per legge. E’ tuttavia nota l’attrazione compulsiva verso lo smartphone quando segnala una chiamata o un sms o in presenza del cosiddetto phubbing, cioè la necessità di controllare ogni 5 m’ lo strumento. E’di pochi giorni fa la dichiarazione di un ragazzo che avendo causato un serio incidente si è ingenuamente giustificato dicendo che non riusciva a trovare il telefono che gli era caduto dentro l’abitacolo. Per quanto riguarda il vivavoce, validissimo accessorio, bisogna ricordare che certi argomenti e discussioni possono distrarre fortemente dalla guida.

  3. I passeggeri in auto rappresentano una altra possibilità di distrazione, specie i bambini. Va segnalato che nonostante l’obbligo delle cinture e dei seggiolini, alcuni genitori li lasciano assolutamente liberi all’interno dell’abitacolo ed in alcuni casi, i più piccini, vengono tenuti in braccio dal passeggero vicino al pilota. Ogni anno 150 bambini in Italia perdono la vita perché volano fuori dalla macchina sfondando il vetro. Un minimo di attenzione, che diventa disattenzione alla guida, la possono richiedere i passeggeri per malesseri, oppure discussioni insorte fra i presenti in auto (specie moglie, marito, figli).

  1. Segnalo infine due condizioni che entrano in gioco con le distrazioni e sono la fretta di giorno e il sonno di notte. La fretta è una caratteristica del mondo attuale globalizzato; si prendono tanti impegni o appuntamenti in luoghi diversi, e per raggiungerli si trovano strade intasate, camion, auto, moto, bici, carrozzine motorizzate, pedoni, semafori, vigili in ordine sparso. Si urla, si suona il clacson, si alza il dito medio, si passa ovunque è possibile; unico vantaggio è che nel caos la distrazione non ha spazio. Il sonno è un evento quasi solo notturno. E’ considerato “distrazione lunga” (non è mai di pochi secondi e dormendo si fa della strada) ed è la più pericolosa. E’noto che il sonno è dipendente solo in parte dalla nostra volontà, il che significa che quando è forte diventa incontrollabile; basta un battito di ciglia per innescarlo. Raramente può durare solo qualche attimo, ma se la strada è dritta può continuare fino a che il pilota incontra un ostacolo (e ci sbatte contro) o una curva (ed esce di strada). Attenzione: alcuni farmaci, gli alcolici e i vari stupefacenti favoriscono il sonno.

  2. Una volta fermata l’auto, è in agguato ancora una pericolosa distrazione: l’apertura dello sportello. Aprire lo sportello senza accertarsi che non sia in arrivo un ciclista, un motociclista o altro mezzo mobile, può causare danni, anche irreparabili, a se stessi e agli altri.

Giancarlo Caroli


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