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Alla scoperta del Museo Poggi: uno scrigno di storia dei motori dalle bici motorizzate fino alla Mot

Il Museo Poggi prende il nome dal suo creatore e fondatore, da sempre appassionato di meccanica e moto. Industriale del settore meccanico Poggi ha fatto sorgere dal nulla a Villanova di Castenaso un museo dedicato alla Yamaha ch

e non ha l’eguale in Europa e può vantare un riconoscimento “storico” da parte della Yamaha Japan. E’ l’unico centro a cui vengono affidate per scopi espositivi moto originali factory comprese le più recenti pilotate nel Motomondiale dai campioni iridati.

Molto del materiale esposto appartiene a Poggi ma, vista la considerazione che si è conquistato nel mondo degli appassionati, tanti altri collezionisti gli hanno affidato i propri gioielli che in precedenza venivano gelosamente custoditi in garage e cantine senza la gioia di poterli esporre.


Questi continui conferimenti di pezzi pregiati ha fatto lievitare moltissimo la dotazione del museo che ora vanta una serie notevolissima di mezzi storici ma anche recenti, costruiti da tutte le più note case italiane e straniere.

Il Museo è nato di fatto nel 2011 ma l’inaugurazione ufficiale risale al 2012 quando Poggi ha lasciato definitivamente ai tre figli la direzione della sua azienda e si à dedicato anima e corpo alla nascita e sviluppo del museo che da lui prende nome. Il nucleo iniziale di oltre duecento pezzi era basato sulle moto di proprietà Poggi (circa 25 Yamaha da competizione più altre di varie marche per un totale di 75 unità) che hanno trovato una organica esposizione dopo anni di anonimato. La lunga lista delle moto esposte viene continuamente arricchita da nuovi arrivi sia di proprietà Poggi che di amici, nonostante sia sempre più difficile trovare pezzi autentici da mettere in mostra.


Il Museo Poggi era inizialmente ospitato in un solo capannone che è stato subito affiancato da un secondo e nel 2015 ha visto l’apertura di altre due sedi espositive attigue, tutte collegate tra loro. Ciò ha consentito di riservare il capannone iniziale ai mezzi Yamaha dando libero sfogo alle altre marche nelle sale vicine. Il quarto capannone viene utilizzato per manifestazioni di vario genere (riunioni di Moto Club, incontri tecnici, serate Rotary, presentazioni di nuovi modelli), mostre a tema, presentazione di libri e punto di arrivo per controlli orari o a timbro come è avvenuto per la Milano-Taranto storica.

La volontà di Poggi è di ampliare il numero delle manifestazioni ospitate all’interno del Museo e di assicurare una maggior apertura anche per scuole e istituzioni. La speranza è che si realizzi finalmente un’associazione tra i musei ed i collezionisti della regione per trovare fondi da impiegare nello sviluppo.


Poggi è oggi il maggior collezionista Yamaha in Europa e Presidente del TZ Club che riunisce i fan e collezionisti della casa giapponese in Italia. Proprio grazie alla stima che la casa del Sol Levante ha nei suoi confronti gli ha affidato la custodia di alcuni pezzi storici come le moto portate al titolo mondiale da Biaggi, Rossi, Lorenzo, oltre ad avergli fornito una parte della hospitality Yamaha che fa bella mostra di sé all’entrata del Museo. Nella sala-rinfresco si trova anche una splendida mostra fotografica che ripercorre tutte le tappe dell’autodromo di Imola.

Esiste inoltre una sala riservata unicamente alle moto Minarelli in cui sono ospitati una decina di modelli da gara, da record e fuoristrada che Poggi ha ottenuto dopo il loro restauro fatto alla NCR da Rino Caracchi. Restauro resosi necessario dopo i danni riportati nell’incendio che li aveva resi irriconoscibili quando si trovavano nei locali della Minarelli.



DESCRIZIONE DELLE SALE


SALA 1

E’ interamente dedicata alle Yamaha da competizione che iniziano con modelli del 1959 e coprono l’intero arco motomondiale con mezzi ufficiali e repliche fino al 1992. La serie di pezzi esposti consente di seguire con estrema facilità l’evoluzione di telai e motori. Le “chicche” della sala svettano sul palco che ospita alcune moto GP mondiali (classifica marche e piloti) grazie alla guida di Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Max Biaggi.

Altri pezzi di rilievo sono la “Pantera Rosa” di Guido Paci, la YZR 500 di Cadalora e la replica della protagonista della 200 Miglia di Daytona guidata in quella occasione da Giacomo Agostini.


SALA 2

Si può considerare la zona più storica dell’intera collezione perché raccoglie modelli con parecchi anni alle spalle ma ancora in perfetta efficienza e ottimamente restaurati, o addirittura ancora integri nel telaio e nelle carenature. Si va dalla Mondial campione del mondo ad alcune DKW da record e da competizione, a MV, Bianchi, Ducati, oltre a modelli costruiti nella prima parte del 900 e bici motorizzate. Non mancano un go kart motorizzato Yamaha e una interessante serie di modellini di auto da competizione.

Il palco di questa sala ospita inoltre una ricca biblioteca e alcuni pezzi pregiati di Cucciolo Ducati, da gara e turismo (alcuni motorizzati Siata) e un 60 Sport Ducati da corsa.


SALA 3

E’ il locale che regala ai visitatori il maggior numero di moto costruite da molteplici case. Si possono ammirare pezzi storici nati nel periodo d’oro del dopoguerra quando Bologna era l’indiscussa regina mondiale nella produzione di moto, sia da competizione che da turismo e lavoro. Si passa così da sigle storiche nostrane come CM, MM, GD, Comet, Rumi, Demm, Maserati e Mondial per finire con tre pezzi da cross, due Yamaha e una Suzuki, recenti vincitrici di titoli mondiali con Everts, Bartolini e Puzar. Si possono ammirare anche un settore interamente dedicato a Vespa e Lambretta e uno con decine di ciclomotori di varie marche.


SALA 4

E’ al momento la zona espositiva che viene tenuta libera per l’organizzazione di varie manifestazioni o serate organizzate da sodalizi e istituzioni che scelgono il museo Poggi come loro sede privilegiata. E’ stata anche punto di riferimento, sosta, controllo a timbro ecc.. per gare storiche che sono passate da Bologna o che vi facevano addirittura tappa. La sala ha ospitato anche mostre di vetture storiche di gran pregio come Rolls Roice e Lancia.

Dovrebbe diventare sede abituale per la presentazione ufficiale di moto da competizione Yamaha in alternativa alla sede di Monza.


SALA MINARELLI

E’ situata all’ammezzato del museo e vi si accede dalla sala 2. Fanno bella mostra di sé dieci pezzi quasi tutti titolati. Spiccano la 125 cc campione del mondo con Nieto, la 50 cc campione d’Italia nelle cronoscalate della stagione 1974 con Bianchi, la 75cc, la 100 cc e la 175 cc che dal 1975 a più riprese hanno stabilito record mondiali di velocità. Completano la raccolta due moto da cross (125 e 175 cc) che hanno vinto il titolo italiano guidate da Arteno Venturi. Ci sono inoltre uno studio per moto da record con motore 50 cc e alcuni prototipi di motori mai impiegati in gara.

Tutti i pezzi sono stati restaurati da Rino Caracchi che li ha affidati in gestione al Museo Poggi.


PROFILO DI POGGI


Gianluigi Poggi nasce a Reggio Emilia il 21 ottobre 1938. La sua famiglia si trasferisce a Bologna quando ha appena sette anni. Completate le scuole di base, inizia a lavorare come apprendista meccanico alla CIMA, nota ditta di Bologna specializzata nella meccanica. E’ un ragazzo sveglio e inizia presto una propria attività lavorativa nel campo degli accessori moto (cambi, ingranaggi, ecc…) che lo fa apprezzare in tutta Italia. Ottiene importanti commesse dalle maggiori case produttrici di moto come Aermacchi, Benelli, Ducati, Mondial, e amplia l’attività che gli assicura certezze economiche. Nel 1960 si sistema nella zona industriale di Villanova di Castenaso dove realizza un centro produttivo all’avanguardia.

L’amore per le moto che lo ha sempre contraddistinto trova la spinta decisiva ad inizio anni 70 quando la Prima Grande Crisi Petrolifera costringe tutta l’Italia all’inattività e ad andare a piedi nei week end. Poggi che solitamente lavorava sabato e spesso anche la domenica mattina si trova senza il solito impegno e decide di dedicarsi sempre più alle moto d’epoca che lo affascinano. All’interno della sua azienda aveva impiantato fin dagli anni 60 una officina di restauro. Si era iscritto anche al Moto Club Ruggeri di Bologna per i cui colori aveva iniziato a gareggiare nelle rievocazioni storiche che si svolgevano a Monza, Vallelunga, Misano, Imola e in cronoscalate come la Bologna-San Luca, la Vergato-Cereglio, con puntate addirittura in Svizzera a Lugano.

I primi raid Poggi li ha fatti dopo aver acquistato un piccolo numero di vecchie moto iniziando con l’Aletta Aermacchi per passare poi ai Rumi, alla Gilera Saturno 500 cc e infine alla Yamaha. Ha partecipato a tutte le competizioni storiche in regione e alle maggiori in Italia presentandosi in tre categorie: 125, 250 e 500. Suo fido compagno di avventura era Franco Moretti, il meccanico che restaurava i mezzi acquistati da Poggi e con lui gareggiava nelle rassegne storiche. Poggi si è impegnato anche come organizzatore dando vita al Circuito di Budrio che si correva nella zona industriale della cittadina bolognese.

La prima volta che è salito in sella ad una Yamaha è rimasto fulminato dalla qualità e affidabilità del mezzo, gli si sono aperti nuovi orizzonti e da quel momento è diventato un fedelissimo della casa giapponese che ha poi seguito con il massimo della passione come collezionista e organizzatore.

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